Nel corso dei secoli il luogo del battesimo si è adattato alle esigenze liturgiche rimanendo legato all’acqua.
Nel corso dei secoli il luogo del battesimo si è adattato alle esigenze liturgiche rimanendo legato all’acqua.
Nel corso della storia, il luogo del battesimo si è adattato nella forma all’evoluzione del rito sacramentale che vede nell’acqua unita alla Parola la purificazione da ogni peccato e la partecipazione alla vita di Dio. Su BeWeb viene raccontata la sua storia a partire dalle prime generazioni cristiane, quando per la celebrazione veniva richiesta solo una fonte d’acqua, possibilmente corrente. Al III secolo risale la prima testimonianza archeologica di un vero e proprio battistero (a Dura Europos, in Mesopotamia), ma è dopo la pace costantiniana che le articolate esigenze liturgiche diffusero la costruzione di edifici dedicati, con: porte di entrata e uscita, simboleggianti il percorso dalla morte alla vita; il fonte, elevato come grembo di vita nuova o discendente nel pavimento con tre gradini per scendere e tre per salire a richiamo della morte e rinascita di Gesù; absidi dove avveniva prima la spoliazione e l’unzione, poi la consignatio (corrisponde alla cresima).
Queste costruzioni erano separate, ma comunque vicine, o annesse alla cattedrale, in quanto i battesimi erano celebrati solo dal vescovo ed erano strettamente collegati agli altri sacramenti dell’iniziazione cristiana. Tra il VII e il XIII secolo scompare l’istituto del catecumenato e si assiste allo sviluppo della prassi del battesimo dei bambini e alla separazione della confermazione dal battesimo, in quanto la diffusione del cristianesimo nelle campagne rese impossibile per il vescovo, al quale è riservata l’unzione crismale, presenziare a tutte le celebrazioni battesimali. Poi, al gesto dell’immersione si affianca la pratica dell’infusione.
La riforma liturgica del Concilio di Trento porterà, nel 1614, a separare il rito del battesimo per i bambini da quello per gli adulti (questo, data la sua complessità, fu raramente praticato). Nel primo caso, esso assunse una dimensione familiare che necessitava di uno spazio raccolto: la cappella battesimale, posta subito a sinistra (il lato del Vangelo) dell’entrata della chiesa a significare l’ingresso del nuovo nato nella comunità cristiana. Nelle chiese barocche, dunque, lo spazio per questo sacramento si riduce e alla grandiosità del battistero si sostituisce la sua molteplicità. Al grande fonte ne viene sostituito uno piccolo, una bacinella su una colonna chiusa con un coperchio: la grande catechesi teologica lascia il posto della purificazione dal peccato.
Il Concilio Vaticano II, che ha riformato i riti del battesimo dei bambini e dell’iniziazione cristiana degli adulti, ha stabilito che, nel progetto di una chiesa parrocchiale, sia indispensabile prevedere il luogo del battesimo come battistero distinto oppure come semplice fonte collegato all’aula, il quale deve in ogni caso garantire la partecipazione delle persone in uno spazio esclusivo, che non sia il presbiterio o un sito riservato ai posti dei fedeli, e permettere anche la celebrazione per immersione.
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