La suora che grazie ai rifiuti combatte la tratta di esseri umani

A Bangkok una religiosa del Sacro Cuore di Gesù conduce un progetto di raccolta differenziata e riutilizzo degli scarti.

Leggendo l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, suor Agnes Kanlaya Trisopa, che fa parte della comunità diocesana delle suore del Sacro Cuore di Gesù di Bangkok, ha avuto l’idea di dar vita a un progetto che coniugasse due argomenti che le stavano particolarmente a cuore: la cura del Creato e l’impegno per fermare la tratta di esseri umani. Così, racconta Vatican News, dopo aver terminato il suo lavoro di formazione di giovani che aspirano alla vita religiosa, poco più di un anno fa ha iniziato a creare un sistema di gestione della raccolta differenziata. Se l’ispirazione è derivata soprattutto dal paragrafo 211 del documento pontificio, quello che ci sollecita ad adottare nella nostra vita quotidiana comportamenti per prenderci cura del pianeta in quanto cittadini ecologici, l’aiuto pratico per far partire il progetto è venuto dal monaco buddista Pra Ajan Suchut Patchoto. Questi ha insegnato alla religiosa e ad altre centinaia di persone il primo passo, ovvero la raccolta differenziata dei rifiuti. Nel giro di poco tempo, essi sono riusciti a raggiungere l’obiettivo dello smaltimento quasi totale degli scarti.

Con le conoscenze acquisite e la convinzione di aver intrapreso la giusta strada, suor Kanlaya inizia a pensare a come ampliare questo primo esperimento positivo. Così, coinvolge la sala da pranzo del suo convento e assume una giovane per aiutare le religiose a recuperare i diversi tipi di plastica, pulendoli meticolosamente per poi rivenderli. La donna non beneficia solo del guadagno in più per sostenere la propria famiglia, ma continua orgogliosamente ad accumulare conoscenze riguardo al riciclo dei rifiuti, acquisendo dignità e indipendenza. La religiosa è giustamente contenta del successo della sua iniziativa: «Dopo circa un anno, ho iniziato a vedere i primi risultati, e non solo nella nostra comunità. Ho avuto riscontri positivi e la collaborazione di molte congregazioni religiose, di scuole, di comunità cristiane e di organizzazioni ecclesiali. Finalmente abbiamo cominciato a fare rete».

Inoltre, suor Kanlaya è riuscita a coniugare il suo progetto con il contrasto al traffico di esseri umani creando posti di lavoro con la raccolta differenziata, perché, dice, sono la povertà e la disoccupazione le ragioni determinati per cui le persone diventano preda dei trafficanti. I rifiuti puliti vengono smistati a seconda del possibile riutilizzo e venduti alle imprese di riciclo, ma possono anche essere utilizzati per creare oggetti da mettere in commercio. Nella sala da pranzo della scuola gestita dalle suore del Sacro Cuore, i rifugiati che arrivano da Paesi limitrofi hanno a disposizione un laboratorio pe trasformare gli scarti in reliquiari, cuscini, decorazioni, fiori, vasi, accessori per capelli, braccialetti, sciarpe. Spiega la religiosa: «Con questo impegno ho avuto la possibilità di aiutare famiglie povere a guadagnare qualche soldo e, allo stesso tempo, continuare a guarire il mondo perché diventi una casa migliore per l’umanità intera».