Solo il vangelo di Matteo presenta questa figura, la cui fama si basa sull’interpretazione delle sue poche parole.
Solo il vangelo di Matteo presenta questa figura, la cui fama si basa sull’interpretazione delle sue poche parole.
Mentre Ponzio Pilato sedeva in tribunale, in un momento in cui doveva decidere le sorti di Gesù, gli viene mandato a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». È stata sua moglie, la quale è menzionata solo nel vangelo di Matteo (27,19) in modo generico e di cui non si conosce null’altro. È infatti in un documento falsificato e risalente al Seicento che le viene attribuito il nome di Claudia Procula. Come scrive il teologo Simone Paganini, nulla sappiamo di lei, ma anche del marito non si sa granché.
Da un punto di vista storico, l’esistenza del procuratore romano non è stata certa fino al 1961, quando in un’indagine archeologica il rinvenimento di un’iscrizione a Cesarea Marittima ne ha confermato l’esistenza. A Gerusalemme egli abitava nel palazzo che era stato di Erode il Grande, il cosiddetto praetorium, il luogo dove si svolsero l’interrogatorio e la flagellazione di Gesù. L’importanza di questa figura nelle vicende evangeliche è dimostrata dal fatto che, a partire dal quarto secolo, il suo nome compare nel Credo e viene recitato in tutte le celebrazioni liturgiche in relazione alla crocifissione del Signore: «Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato».
Della moglie si sa ancor meno, ma le sue parole relative a un sogno di cui non si conosce il contenuto hanno dato vita a innumerevoli speculazioni da parte degli esegeti. Il messaggio al marito, inviato proprio quando lui si stava occupando della scelta di rimettere in libertà Barabba o Gesù, dimostrerebbe infatti che durante la notte lei ha avuto una specie di rivelazione. Per Crisostomo, Ambrogio e Calvino il sogno è stato un’ispirazione divina, mentre per Beda, Anselmo e Lutero è da attribuire all’azione del diavolo, il quale voleva evitare la morte di Cristo che avrebbe portato alla salvezza dell’umanità.
Qualunque sia la spiegazione, il consiglio di Claudia Procula viene sempre letto come un tentativo di salvare Gesù, vista l’esortazione a non immischiarsi nella condanna a morte di un «giusto». Per questo, nella tradizione orientale lei viene considerata santa e i credenti dei primi secoli l’hanno riconosciuta come un’accorata propugnatrice del cristianesimo delle origini, facendola entrare nella storia della Chiesa sulla base non di qualche chiaro fatto, ma di un’interpretazione.
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