Letture: Atti degli Apostoli 14,21b-27; Salmo 144: Apocalisse 21,1-5a; Giovanni 13,31-33a.34-35
Oggi Gesù mette sul nostro petto un distintivo, un segno di riconoscimento che indica la nostra appartenenza a Lui e il nostro essergli discepoli e discepole. “Da questo tutti sapranno…”, cioè vi riconosceranno, vi identificheranno, capiranno che avete imparato da me, o almeno ci state provando.
È come se ci dicesse: da come vi amate gli altri intuiranno al volo che siete i miei amici. Passerete per le strade della vita e si formeranno capannelli di gente stupita a guardarvi, ad ammirare la luce che avrete negli occhi e il fuoco che anima i vostri gesti e le vostre parole. Camminando lascerete dietro di voi il mio profumo, il profumo di Dio. Sarà meraviglioso incontrarvi, e tutti vorranno conoscervi e sapere del vostro segreto. Porterete stampata nel cuore e sulla vostra carne la gioia, la pace, l’amore.
Sarete pescatori di tenerezza e seminatori di bellezza, leggeri come passeri e gentili ed eleganti come i fiori dei campi. Diventerete perle preziose e il sale senza il quale tutto perde sapore, la luce senza la quale ogni cosa sprofonda nel gelo e nel buio. Sarete calore gli uni per gli altri, il vino dell’allegria ed il pane che sfama senza condizioni e senza calcoli.
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Don Luigi Verdi
Una parola-chiave di questa domenica: la novità. Due ambiti ove accade la novità: la città, l’amore.
Spesso confondiamo novità con diversità. Noi siamo abituati a dire “Nuova Repubblica, nuovo Governo, nuovo lavoro, nuovo giornale…”. Spesso si tratta di qualcosa diverso dal primo, ma non necessariamente “nuovo”. Non ci vogliono molte argomentazioni per dimostrarlo. Spesso si tratta di robe vecchie riciclate, diligentemente mascherate. Spesso si tratta di trasformismo.<Ecco faccio nuove tutte le cose…; vidi un cielo nuovo e una terra nuova…; vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo…> dice Apocalisse. <Vi dò un comandamento nuovo…> dice Gesù nel Vangelo. Non voglio disprezzare la diversità, perchè spesso è a forza di diversità che ci si avvicina al nuovo.
Non abbiamo molta voglia di novità, in quanto la novità chiede di ristrutturarci. Il trasformismo è meno aggressivo nei confronti delle scelte da fare; spesso si cambiano le cose per lasciare tutto come prima. Invece gli apostoli dicevano: <E’ necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio>.
La novità ha dei costi iniziali, è un investimento a rischio, fatto nella fede e nella fiducia. Nelle famiglie si pensa maggiormente a cambiare posto ai mobili, pur di non affrontare il problema che nascerebbe da una nuova impostazione dei sentimenti e degli orizzonti della famiglia. Nella Chiesa si fanno molti documenti sul ruolo della donna, si fanno i Consigli pastorali, ma di fatto le parrocchie sono ancora tutte incentrate sul ruolo del prete. Si fanno molte cose per i poveri, ma i poveri non costituiscono il tessuto della Chiesa.
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Don Augusto Fontana
V Domenica di Pasqua
Anno C
Letture: Atti degli Apostoli 14,21b-27; Salmo 144: Apocalisse 21,1-5a; Giovanni 13,31-33a.34-35
Oggi Gesù mette sul nostro petto un distintivo, un segno di riconoscimento che indica la nostra appartenenza a Lui e il nostro essergli discepoli e discepole. “Da questo tutti sapranno…”, cioè vi riconosceranno, vi identificheranno, capiranno che avete imparato da me, o almeno ci state provando.
È come se ci dicesse: da come vi amate gli altri intuiranno al volo che siete i miei amici. Passerete per le strade della vita e si formeranno capannelli di gente stupita a guardarvi, ad ammirare la luce che avrete negli occhi e il fuoco che anima i vostri gesti e le vostre parole. Camminando lascerete dietro di voi il mio profumo, il profumo di Dio. Sarà meraviglioso incontrarvi, e tutti vorranno conoscervi e sapere del vostro segreto. Porterete stampata nel cuore e sulla vostra carne la gioia, la pace, l’amore.
Sarete pescatori di tenerezza e seminatori di bellezza, leggeri come passeri e gentili ed eleganti come i fiori dei campi. Diventerete perle preziose e il sale senza il quale tutto perde sapore, la luce senza la quale ogni cosa sprofonda nel gelo e nel buio. Sarete calore gli uni per gli altri, il vino dell’allegria ed il pane che sfama senza condizioni e senza calcoli.
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Don Luigi Verdi
Una parola-chiave di questa domenica: la novità. Due ambiti ove accade la novità: la città, l’amore.
Spesso confondiamo novità con diversità. Noi siamo abituati a dire “Nuova Repubblica, nuovo Governo, nuovo lavoro, nuovo giornale…”. Spesso si tratta di qualcosa diverso dal primo, ma non necessariamente “nuovo”. Non ci vogliono molte argomentazioni per dimostrarlo. Spesso si tratta di robe vecchie riciclate, diligentemente mascherate. Spesso si tratta di trasformismo.<Ecco faccio nuove tutte le cose…; vidi un cielo nuovo e una terra nuova…; vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo…> dice Apocalisse. <Vi dò un comandamento nuovo…> dice Gesù nel Vangelo. Non voglio disprezzare la diversità, perchè spesso è a forza di diversità che ci si avvicina al nuovo.
Non abbiamo molta voglia di novità, in quanto la novità chiede di ristrutturarci. Il trasformismo è meno aggressivo nei confronti delle scelte da fare; spesso si cambiano le cose per lasciare tutto come prima. Invece gli apostoli dicevano: <E’ necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio>.
La novità ha dei costi iniziali, è un investimento a rischio, fatto nella fede e nella fiducia. Nelle famiglie si pensa maggiormente a cambiare posto ai mobili, pur di non affrontare il problema che nascerebbe da una nuova impostazione dei sentimenti e degli orizzonti della famiglia. Nella Chiesa si fanno molti documenti sul ruolo della donna, si fanno i Consigli pastorali, ma di fatto le parrocchie sono ancora tutte incentrate sul ruolo del prete. Si fanno molte cose per i poveri, ma i poveri non costituiscono il tessuto della Chiesa.
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Don Augusto Fontana