Attraverso sette stazioni e un epilogo questa proposta mira a far riallineare il proprio cammino con la volontà del Signore.
Attraverso sette stazioni e un epilogo questa proposta mira a far riallineare il proprio cammino con la volontà del Signore.
Al giorno d’oggi, un cristiano può avvertire la fatica di stare all’interno della Chiesa, nelle comunità, nel mondo. Per questo, potrebbe sentire il cuore un po’ pesante, vivere con stanchezza il proprio cammino, percepire la sua fede vacillare. Ma lungo la via che sale al Calvario c’è un posto per tutti. Su Vino Nuovo, per il tempo pasquale Sergio di Benedetto ha proposto una via crucis del cristiano affaticato, un’attualizzazione della Passione vissuta da un cristiano contemporaneo. Nelle sette stazioni, più un epilogo sulla via di Emmaus, egli propone un brano dei Vangeli, una riflessione e una breve preghiera.
Ad esempio, la prima stazione propone Gesù nell’orto degli ulivi che dice ai discepoli che l’avevano seguito: «Pregate di non entrare in tentazione». Egli si mette dunque a pregare intensamente, dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta». Nel cielo appare un angelo per rafforzare la sua supplica, ma i discepoli si erano addormentati. Quindi Cristo dice loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, affinché non entriate in tentazione» (Lc 22, 39-46). Ecco il commento:
«Devo ammetterlo: la mia preghiera spesso è faticosa, distratta, superficiale. Sento la pigrizia, avverto la tentazione di pensare che la preghiera, in fondo, non serva. Mi interrogo su cosa sia davvero la preghiera e il più delle volte non ho risposte. Quando prego, balbetto qualcosa; il silenzio mi costa. Sostare sulla Parola mi domanda più di quello che sono disposto a concedere. Vivo con difficoltà la liturgia; il culto a volte mi è così estraneo che non capisco cosa ci sto a fare, perché in fondo continuo a frequentarlo. Apprezzo l’emozione creata da certe devozioni, ma la maggior parte di queste mi parla poco o male; la maggior parte mi respinge. L’ingiustizia e il dolore del mondo scardinano la mia preghiera, rendendola arida. Sento come mio il sonno dei discepoli addormentati nel giardino».
Dopo questa riflessione, questa è la proposta di preghiera al Signore per provare a riallineare il proprio cammino con la Sua volontà:
Signore, tu sai cosa mi abita,
il bene che cerco di donarti,
il male che cerco di respingere.
Signore, aumenta la mia fede,
sostieni la mia fragilità,
continua a rivolgermi l’invito
a parlare con te.
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