Il culto degli antenati e la via dell’inculturazione

I vescovi vietnamiti hanno elaborato delle linee guida per coniugare le tradizionali pratiche di pietà filiale con il cattolicesimo.

Il culto degli antenati di impronta confuciana prevede pratiche di pietà filiale verso i genitori e, nella sua forma più tradizionale, verso le precedenti cinque generazioni. Il ricordo dei morti serve per il benessere delle anime dei defunti e per chiederne la protezione. Come riporta Mondo e Missione, in Vietnam la Chiesa locale si è posta la questione di come coniugare questi riti radicati nella popolazione con il cattolicesimo e, dopo polemiche e incomprensioni sorte negli anni passati, ha predisposto su questo tema controverso delle linee guida sulla via dell’inculturazione.

Il documento Istruzioni sul culto degli antenati, elaborato dopo cinque anni di confronti con esperti, ha l’obiettivo di integrare nella tradizione cristiana valori legati alla pietà filiale che derivano dalle antiche tradizioni buddhista, confuciana e taoista. I vescovi esprimono il riconoscimento che la tradizione del culto degli antenati in questo Paese è stata ispirata dallo Spirto Santo e che la sua inculturazione incoraggerà a riconoscere che abbracciare il cattolicesimo non è irriguardoso verso gli antenati, ma lo si può fare in comunione con i morti, alla luce del quarto dei Dieci Comandamenti.

Le indicazioni riguardano in particolare matrimoni e funerali, ma anche pratiche domestiche e quotidiane. Ad esempio, è incoraggiata la presenza nelle abitazioni di altari dedicati agli antenati con foto dei defunti, candele, incenso e offerte posizionati sotto l’altare dedicato a Dio. Possono essere condivisi con parenti e conoscenti di altre fedi degli specifici riti a ricordo dei morti, tenendo conto della fede nella Resurrezione. È anche possibile partecipare a cerimonie private o pubbliche condivise che non abbiano un’aperta connotazione religiosa diversa da quella cattolica.

Nelle linee guida ci sono anche pratiche vietate, come la scelta di giorni di buoni auspici per funerali, matrimoni, incontri d’affari, inaugurazione di edifici, viaggi e nascite. Non sono poi ammessi sacrari agli dei della prosperità, l’adorazione dei defunti attraverso simboli e oggetti che ne conterrebbero le anime, riti nei cimiteri che favorirebbero la loro reincarnazione. Le istruzioni saranno applicate in via sperimentale per tre anni e poi revisionate per una approvazione definitiva. L’inculturazione è sempre piena di ostacoli, ma la Chiesa non deve abbandonarla mai perché una fede che non diventa cultura è una fede che non è stata pienamente ricevuta.